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Archive for the ‘America – Storia’ Category

Una domanda assilla antropologi, storici, archeologici, e semplici appassionati (eccoci qua) : chi popolava l’America prima dello sbarco degli europei del 1492? Chi arrivò per primo a popolare il continente, circa 35.000 anni prima della venuta di Cristo?

Ci sono diverse teorie su questo argomento, molte delle quali hanno dei fondamenti e delle prove pratiche su cui basarsi. Le principali ipotesi sono due:

  • l’arrivo quasi casuale dell’uomo nelle nuove terre. Gruppi umani, nell’epoca delle grandi glaciazioni, poterono oltrepassare lo stretto di Bering che divide l’Alaska e la Siberia con un tratto di mare di soli 79 km: durante l’ultimo periodo delle glaciazioni, il livello delle acque diminuì a tal punto da far affiorare dei tratti di terra (a quel tempo al posto del mare avremmo visto qualche chilometro di tundra), che permisero il passaggio degli uomini e degli animali. Essi cominciarono così ad esplorare e popolare, inconsapevolmente, una nuova terra del tutto sconosciuta.
  • il popolamento di alcune zone del continente da parte di uomini provenienti dalle isole del Pacifico, probabilmente trasportate alla deriva a bordo di precarie imbarcazioni.

Vi sono altre ipotesi molto più suggestive e particolari, una delle quali darebbe le Americhe popolate prima di 35.000 anni fa, quando ancora l’Africa ed il Sud America erano unite nell’unico continente chiamato Gondwana. Per ora ci riferiremo solo alle prime due. Se degli elementi proverebbero che l’America venne popolata da individui provenienti dalle isole del Pacifico, a causa di coincidenze con gruppi sanguigni, morfologie ossee e modelli linguistici (congruenze che invece sono assenti rispetto ai popoli asiatici), la più accreditata fra le due ipotesi, è la prima. Appare praticamente impossibile provare che questi eventuali “esodi” avvennero in un periodo antecedente a quello delle glaciazioni. Bisogna tener sempre ben presente(consiglio strettamente personale) che la storiografia si basa su ipotesi e congetture.

Curiosità: il navigatore Norvegese Thor Heyerdahl , nato nel 1914 a Larvick, antropologo specializzato nelle popolazioni del Pacifico, fu uno dei più accaniti sostenitori della seconda teoria. L’ipotesi di un eventuale migrazione a bordo di precarie zattere di balsa, prese forma nella sua mente nel corso di una delle sue prime esperienze di ricerca sul campo (l’elemento chiave dell’antropologia) in Polinesia, quando gli abitanti del popolo che stava visitando presero a narrargli una leggenda: Tiki era allo stesso tempo un Dio e un capo. Fu Tiki a portare i nostri avi su queste isole, su cui ora viviamo. Prima vivevamo in una grande terra, lontana, al di là del mare…

… più volte Heyerdhal cercò di presentare la sua teoria a vari istituti di storiografia… teoria che ogni volta venne puntualmente respinta. Quando all’ultimo tentativo, uno degli anziani studiosi gli rispose per le rime, dicendo: "Ci provi un po’ lei ad andare dal Perù fino alle isole del Pacifico su una zattera di legno di balsa”… beh, lui non ci pensò due volte: dopo averla costruita chiamò la sua precaria (ma bellissima) imbarcazione “Kon-Tiki” (Figlio del Sole), e salpò il 27 Aprile 1947 da Porto di Callao, principale porto del Perù, riuscendo a raggiungere le isole Raroia dell’arcipelago Tuamotu, in Polinesia, il 7 Agosto dello stesso anno!


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40.000-11.000 a.c.
Migrazione dei popoli siberiani che attraversando le penisola di Beringia, si diffondono nelle due americhe…

Per quanto che riguarda l’ipotesi maggiormente accreditata, la prima, gli studiosi ritengono che gli esodi non avvennero in un’unica occasione. Infatti si pensa si alternarono per due glaciazioni successive: la prima circa 38.000 anni fa, la seconda circa 12.000 anni fa.
Oltrepassato lo Stretto di Bering gli uomini si ritrovarono in principio dinanzi ai grandi ghiacciai dell’Alaska, poi alle Montagne Rocciose ricoperte da foreste di ontani, betulle e conifere, popolate da tigri dai denti a sciabola, pantere, cavalli, fino ad arrivare alle grandi praterie del nord ricche di selvaggina, bisonti, buoi muschiati, mammut, mastodonti, grandissime alci e caribù.
Spingendosi man mano più a sud cominciarono a popolare l’intero continente Americano…

Le prime Culture Native

15.000-7.000 a.c.
Le industrie di Sandia, Clovis e Folsom…
I popoli si spostarono a poco a poco nei vari territori, cominciando a dare origine a differenti culture, che si differenziarono in particolare per le loro “industrie”, ovvero l’insieme dei metodi e delle tecniche utilizzate per scheggiare le pietre, che una volta lavorate, venivano utilizzate per la fabbricazione di utensili ed armi: asce, raschietti, macine in pietra, ossa lavorate, Cels (strumenti di pietra dell’era preistorica), frecce, grandi arpioni per la pesca, coltelli, lance.

Le industrie che vennero elaborate dai popoli Paleo-indiani stanziati in particolare le regioni del Nuovo Messico, furono tre:

INDUSTRIE

  • 10.000-9.000 a.c.
  • Cultura di Sandia… Quasi contemporanee a quelle della cultura di Clovis, le “punte di Sandia” ritrovate nei pressi di Albuquerque, erano lavorate grossolanamente e scheggiate su entrambi i lati. I materiali utilizzati per la costruzione delle punte erano osso e selce

  • 10.000-8.000 a.c.
  • Cultura di Clovis delle punte lanceolate…
  • Le punte di Clovis, scoperte spesso vicino a resti fossili di grandi animali dell’Era Glaciale, rappresentano il più antico reperto finora ritrovato in America. Erano utilizzate dalla gente di Clovis per produrre frecce o lance.
  • Le punte sono state a volte ritrovate a centinaia di chilometri di distanza dal punto di estrazione dei materiali: questo ci fa comprendere quanto lunghi fossero gli spostamenti che la gente di Clovis era costretta ad intraprendere, per seguire le mandrie e la selvaggina, anch’esse in continuo movimento. Rispetto a quelle di Sandia, le punte di Clovis mostravano già le prime migliorie tecniche.

  • 8.000-7.000 a.c.
  • Cultura di Folsom e introduzione dell’Atlatl…
  • Le punte di Folsom, rappresentano probabilmente il punto di maggior qualità raggiunto nell’ambito della lavorazione delle pietre da parte dell’uomo nelle Americhe. Delle corna di cervo venivano utilizzate come raschietti per ridurre la selce, che veniva successivamente scheggiata fino ad assumere la forma definitiva.
  • Le punte di Folsom erano dotate di una scanalatura centrale, la cui utilità non è però certa: poteva essere utilizzata come cavità per montare di volta in volta la punta all’asta oppure per far penetrare più a fondo l’arma. Le lance venivano scagliate a mano o con l’utilizzo dell’Atlatl (che in lingua Nahuatl, una delle lingue maggiormanente parlate fra gli Indios, vuol dire “lancia frecce”)

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I primi popoli nativi avevano diversi mezzi di sussistenza, che venivano praticati o meno a seconda delle risorse presenti nel luogo in cui erano stanziati i vari gruppi umani.

La raccolta, fu una delle prime forme di sostentamento, che portò successivamente alla pratica dell’agricoltura. Gli uomini e le donne la praticavano raccogliendo in particolare noci, ghiande, bacche, tuberi, mais allo stato selvatico e radici.

La caccia, le cui tecniche rimasero grosso modo le stesse fino al reintegrazione del cavallo da parte degli europei. La selvaggina era rappresentata da:
Mammut —-> la caccia all’animale fino ad allora fondamentale per la sussistenza dei popoli nativi venne interrotta verso la fine delle glaciazioni, quando i Mammut cominciarono ad estinguersi.
Bisonti —-> venivano esortati a lanciarsi in corsa fino a delle rupi da cui questi grandi animali cadevano, e in cui venivano successivamente uccisi. La caccia al bisonte, che forniva agli uomini carne e pelli, cominciò a diventare la maggiore forma di sostentamento per i popoli delle pianure dopo la scomparsa dei Mammut, più o meno nel periodo della Cultura di Folsom.
Tartarughe e Foche —-> insieme ad altri mammiferi marini, cominciarono ad essere considerate una forma di selvaggina in un periodo successivo, da parte dei popoli che vivevano sulle coste.

La pesca, praticata dai popoli che si trovavano vicino al mare, in particolare sulle coste del Pacifico, dove fiorirono delle grandi e prolifiche comunità. Una forma di pesca alternativa è documentata dai numerosi cumuli di gusci di conchiglie (Sambaqui) che sono stati ritrovati lungo le coste dei mari, ma anche sulle rive di fiumi e laghi: in questi luoghi si praticava molto spesso la pesca di crostacei e molluschi.

L’agricoltura, con la coltivazione di fagioli, cucurbitacee, cetrioli, zucche, grano, mais, cominciò ad essere praticata in un periodo successivo (verso il 5000 A.C.) fra le popolazioni del sud ovest, che tramutarono la semplice raccolta di mais e grano, entrambi prima presenti allo stato selvatico, in una coltura vera e propria: il mais rispetto al grano si dimostrò molto più efficiente grazie alla maggiore resistenza e al maggiore rendimento

L’allevamento , ebbe origine alla fine delle glaciazioni, cominciando dall’addomesticamento di cani e tacchini. Non potè essere una fonte di sostentamento fondamentale vista l’assenza di altre specie domesticabili.

Curiosità: la causa dell’estinzione dei Mammut è stata più volte attribuita alla gente dell’epoca di Clovis, ma l’ipotesi più attendibile è quella secondo cui, della scomparsa di questo gigantesco animale, furono responsabili i grandi cambiamenti climatici e il graduale scioglimento dei ghiacci!

Nell’era di Folsom cominciarono ad essere inoltre praticate la tessitura , la lavorazione della ceramica , la costruzione delle prime imbarcazioni . Le abitazioni consistevano in caverne, rifugi di fortuna, o precarie capanne. Tutte le forme di sostentamento che gradualmente cominciarono ad essere praticate, fecero lentamente cambiare il modo di vivere di alcuni dei gruppi umani a seconda che traessero vantaggio dal metterle o meno in pratica.
Con la nascita dell’agricoltura e dell’allevamento alcuni popoli cominciarono ad abbandonare la vita nomade e a stabilirsi nei vari territori dando vita a culture sempre più complesse!
 

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